Cremona
l PLIS del Po e del Morbasco – Notizie generali I Comuni del PLIS e la superficie territoriale interessata Ufficialmente il primo nucleo del PLIS nasce nel 1999 con il riconoscimento regionale di sovracomunalità al comune di Gerre de Caprioli.
l PLIS del Po e del Morbasco – Notizie generali
I Comuni del PLIS e la superficie territoriale interessata
Ufficialmente il primo nucleo del PLIS nasce nel 1999 con il riconoscimento regionale di sovracomunalità al comune di Gerre de Caprioli. Regione Lombardia, a seguito della richiesta di riconoscimento di un PLIS da parte del comune di Cremona limitato alle aree di competenza amministrativa, aveva infatti deliberato che tale riconoscimento sarebbe stato possibile solo inglobando le aree di Gerre de’ Caprioli che si insinuano nella zona di Gerre Borghi. Cremona, pur avendo istituito il Parco del Po nel 1994, a seguito di una serie di approfonditi studi iniziati dalla fine degli anni ’80, anche per la vasta ed articolata area inserita nel PLIS, ha dovuto produrre una specifica variante al Piano Regolatore che ha di fatto procrastinato il riconoscimento definitivo all’anno 2003. Il Parco si è successivamente ampliato nel 2016 assumendo l’attuale assetto territoriale. I Comuni aderenti, procedendo da ovest verso ad est, sono: Castelverde, Sesto ed Uniti, Spinadesco, Cremona, Gerre de Caprioli, Bonemerse e Stagno Lombardo. La superficie territoriale inclusa nel perimetro del PLIS assomma a circa 6561 ettari pari al 33 % del territorio dei comuni interessati di 19.938 ettari complessivi.
Il PLIS del Po e del Morbasco ha ottenuto da Regione Lombardia l’ autonomia gestionale sancita con DGR X/6735 del 19 giugno 2017.
Nel dicembre 2019 i comuni di Pieve d’Olmi e San Daniele Po hanno chiesto di accorpare i loro PLIS riconosciuti nel 2004 al PLIS del Po e del Morbasco. Con questo accorpamento il territorio complessivo del PLIS si amplia a 8.377 ettari; le aree comprese nel PLIS rispetto alla superficie complessiva dei Comuni interessati di 24.137,7967 ettari rappresenta ora il 34,7 %.
Modalità di gestione
l PLIS del Po e del Morbasco è gestito mediante una Convenzione stipulata tra Comuni aderenti che determina funzioni e compiti ed assegna il ruolo di Comune Capofila al comune di Cremona. Il ruolo di indirizzo e decisionale compete alla Commissione di Gestione formata da amministratori e tecnici dei comuni aderenti.
– Nel luglio 2018 è stato approvato il Regolamento d’Uso e Fruizione che si può consultare e scaricare al link https://www.comune.cremona.it/node/481548
– Nello stesso anno è stato adottato il Programma Triennale degli Interventi che definisce le azioni e i progetti da realizzare annualmente nell’arco del triennio 2020 – 2021 – 2022 e i finanziamenti a cui far riferimento, anche mediante la partecipazione a specifici Bandi regionali ed europei o ai Bandi di Fondazione Cariplo;
– Nel 2019 il PLIS si è dotato di un Servizio di vigilanza unico mediante Guardie Ecologiche Volontarie- GEV appositamente preparate ad operare nel nostro territorio.
Collocazione territoriale rispetto alle aree regionali protette
I territori del PLIS del Po e del Morbasco ricadono in un ambito interessato da un parco regionale e da Siti della Rete Natura 2000, SIC e ZPS, di interesse comunitario. Ad ovest confina con il Parco Regionale Adda Sud, a cui si rimanda per eventuali approfondimenti e con il SIC Rio Boriacco Bosco Ospizio afferente alla Regione Emilia Romagna ma che interessa anche aree del comune di Spinadesco. Ad est si innesta nella Riserva regionale orientata denominata Bosco Ronchetti con una porzione rientrante nel PLIS in comune di Stagno Lombardo. La Riserva, che ha anche una classificazione a ZPS, tutela un tratto di golena fluviale che racchiude lembi di vegetazione naturale residua di assoluta eccezionalità in tutta la valle del Po, e caratteri geomorfologici che testimoniano la complessità del percorso del fiume in questo tratto. Nell’area si individuano tre complessi boscati che rappresentano l’ultimo esempio di consorzi forestali, quasi completamente cancellati dallo sfruttamento agricolo del territorio. La successione di ambienti estremamente diversificati ha consentito la creazione e conservazione di nicchie ecologiche in grado di sostenere una fauna varia ed inusuale. L’ambito territoriale interessato dal PLIS del Po e del Morbasco riguarda prevalentemente la zona della golena fluviale del Po sottostante al livello fondamentale della pianura ed il corso del Morbasco nel tratto di scorrimento prima nella valle fluviale relitta dei Navigli e poi nella golena storica del Po.
Il PLIS ingloba inoltre il SIC “Spiaggioni di Spinadesco” nell’omonimo Comune e la ZPS “Spinadesco” che comprende anche una parte posta in comune di Cremona.
Il Fiume Po come elemento cardine del del territorio
Il Po è il maggiore fiume italiano. Scorre per 652 chilometri dal Monviso all’Adriatico ed è alimentato da 141 affluenti. Il Delta di 380 chilometri quadrati si dirama in cinque bocche. Il suo bacino idrografico si estende per 74.000 chilometri quadrati, un quarto dell’intero territorio nazionale, interessa 3200 comuni e sette regioni. La Valle del Po è una delle aree europee con la più alta concentrazione di popolazione e di attività, dove vivono circa 20 milioni di persone, circa 120 milioni di abitanti equivalenti se si considerano le concentrazioni di allevamenti animali, e che genera la metà del PIL italiano.
La porzione di fiume Po relativa al PLIS, da Spinadesco a Stagno Lombardo, ha una lunghezza di circa 30 chilometri con una golena, la parte esondabile compresa tra l’alveo fluviale l’argine maestro al lordo di eventuali arginature golenali, di dimensioni rilevanti pari a ettari 3.926 vale adire oltre il 60 per cento dell’intero PLIS.
Il fiume Po rappresenta un vero e proprio universo, un mosaico di ambienti naturali e un palinsesto di paesaggi che si sono modificati nei secoli e quindi profondamente antropizzati. Tali modificazioni nell’ultimo secolo hanno provocato profondi cambiamenti sia dell’alveo che della golena. E’ un dato di fatto come l’aumento dell’antropizzazione, abbia contribuito ai profondi cambiamenti morfologici dell’alveo fluviale con una riduzione significativa del corredo golenale, delle zone umide e dei boschi ripariali. Specifiche attività condotte sull’alveo e nell’alveo fluviale, come le attività di estrazione di inerti e la rettifica dell’alveo per finalità di navigazione, hanno contribuito in maniera rilevante all’attuale assetto ambientale.
La “forma” del territorio – geomorfologia e paesaggio
Il palinsesto paesaggistico è il risultato dell’azione combinata delle forze naturali, in special modo l’erosione fluvio-glaciale che ha inciso il livello fondamentale della pianura, e l’opera millenaria dell’uomo, con le centuriazioni di epoca Romana e le bonifiche iniziate nel medioevo. Possenti opere idrauliche, sia spondali che sul sistema delle arginature principali e secondarie, caratterizzano un territorio ancora prettamente agricolo il cui ambiente è insediato dagli edifici rurali a corte chiusa. In posizioni più defilate rispetto alla golena e quasi sempre sui livelli più elevati sono posizionati i centri urbani e i centri storici.
-Stralcio dalla scheda del Piano Territoriale regionale:
3.17 CREMONESE Durante il periodo romano il territorio assegnato a Cremona (219 a.c.) era delimitato fra il Po, l’Adda, il Serio Morto e l’Oglio. Tali limiti furono grosso modo mantenuti dall’organizzazione diocesana del Medioevo e, anzi, ingranditi durante il periodo comunale con assegnazioni anche oltrepadane. Nel XVI secolo la provincia cremonese risulta scorporata dal Cremasco, facente parte del dominio veneto, e dai feudi imperiali del lembo orientale, posti sotto l’influenza mantovana.
Lontano dall’espansione metropolitana, il Cremonese mantiene alti valori di paesaggio agrario che ne riflettono la sua plurisecolare vocazione. Percettivamente delineato dalle linee orizzontali della pianura, il paesaggio del Cremonese rivela ancora le sue scansioni costitutive nella iterazione dei nuclei principali, delle cascine a corte, dei filari e delle ripartizioni fondi arie, della rete delle strade campestri e di quella irrigua. La cascina cremonese, esempio quasi didascalico della proprietà capitalistica delle campagne padane, è l’elemento qualificante di questo scenario, come lo sono, a un gradino appena sotto, le ville e le dimore aggregate ai nuclei abitati, gli episodi religiosi isolati nel paesaggio. Fra le possibili tendenze degenerative vanno segnalati il riuso o l‟abbandono delle stesse cascine, l’ampliamento e la riorganizzazione di quelle ancora attive con canoni edilizi poco inclini al rispetto della tradizione, la proliferazione di aree industriali di livello comunale fra loro non coordinate e poco inserite nel paesaggio, il consueto affastellarsi di grandi spazi commerciali lungo le direttrici stradali principali.
Ambiti, siti, beni paesaggistici esemplificativi dei caratteri costitutivi del paesaggio locale. Componenti del paesaggio fisico: pianura diluviale e lembi alluvionali, scarpate e terrazzi di valle, alvei fluviali antichi; Componenti del paesaggio naturale: bodri, lanche, tratti boscati delle valli fluviali (Po, ..); vegetazione di ripa e sponda fluviale ad alto valore naturalistico; filari e alberature stradali; alberature capitozzate o di ceppaia lungo cavi irrigui; alberi monumentali isolati o di corredo a elementi del paesaggio agrario; Componenti del paesaggio agrario: argini, pioppeti, campi e coltivi, filari e alberature; colture promiscue e vite maritata nel modello della piantata padana; rete dei percorsi campestri; apparati idraulici, chiaviche, palate, impianti di sollevamento, idrovore; canali , cavi, navigli, dugali‟ (Naviglio Civico di Cremona,..); modello tipologico della “cassina” a corte cremonese; matrice centuriata di origine romana; nuclei di particolare connotazione storico-agraria. Componenti del paesaggio storico-culturale: ville e residenze nobiliari ; fortificazioni tracciati storici (Via Postumia, cardo romano da Cremona a Robecco, antica strada Milano-Cremona … ); alloggi, locande, locali storici lungo le vie di percorrenza storica; Componenti del paesaggio urbano: centri storici;
Componenti e caratteri percettivi del paesaggio: orizzonti visuali dalle arginature e dai ponti; luoghi dell’identità locale (Torrazzo di Cremona… ).
Link: parcopomorbasco.it
Presentazione CdF
Educazione Ambientale
GEV – I nostri eroi
Ultimo aggiornamento
24 Febbraio 2025, 14:50